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Austin - Texas, se pensavate che il futuro della mobilità autonoma sarebbe arrivato senza intoppi, beh, i robotaxi Tesla di Austin vi stanno facendo ricredere. E lo stanno facendo alla grande: tre incidenti in una sola giornata. Non male per un servizio che dovrebbe rappresentare l'evoluzione della guida sicura, no?
Il 1° luglio 2025 resterà negli annali come una giornata particolarmente "movimentata" per la flotta sperimentale di robotaxi Tesla ad Austin. Tre Tesla Model Y autonome hanno deciso di interpretare a modo loro le regole della strada. la prima ha mal interpretato un incrocio, la seconda ha fallito un cambio di corsia e la terza ha reagito troppo tardi a un veicolo parcheggiato.
Il bilancio? Un ferito lieve, fortunatamente e una serie di danni materiali che faranno felici le carrozzerie locali. Ma il vero problema non sono i graffi sulla carrozzeria.
Facciamo due conti, che non guastano mai. Con appena una dozzina di robotaxi in circolazione e solo qualche migliaio di chilometri percorsi, avere tre incidenti nello stesso giorno inizia a sembrare più di una semplice sfortuna. È come se ogni robotaxi avesse deciso di contribuire personalmente alle statistiche degli incidenti.
Se questo è il ritmo, meglio tenere a portata di mano il numero dell'assicurazione o il 911.
Ma ecco dove la storia diventa davvero interessante e un po' irritante. Mentre aziende come Waymo e Cruise pubblicano regolarmente i loro dati sugli incidenti con una trasparenza che fa quasi tenerezza, Tesla ha scelto la strada del mistero.
Sì, hanno inviato i rapporti alle autorità americane, come previsto dalla legge. Ma hanno nascosto l'essenziale dei dati. È come raccontare una barzelletta senza la battuta finale: tecnicamente hai fatto quello che dovevi, ma il risultato lascia tutti con l'amaro in bocca.
Questa mancanza di trasparenza non è solo un problema di immagine. Sta creando una sfiducia crescente nel pubblico verso i veicoli autonomi Tesla. E quando la fiducia scende, gli investimenti e lo sviluppo tecnologico rischiano di seguire la stessa traiettoria.
Il paradosso? Tesla, che ha sempre puntato sulla comunicazione diretta e spregiudicata di Elon Musk, ora si comporta come una startup alle prime armi che ha qualcosa da nascondere.
Super tight squeeze for robotaxi in one of my last drives 🫢
— Dirty Tesla (@DirtyTesLa) June 25, 2025
The owner of the parked car asked if it was my car and I told him it was a robotaxi. The robotaxi backed up and then the driver of the parked car left. It looked like the tire touched the parked car. The safety driver… pic.twitter.com/DzNuAQk6Su
Non fraintendiamo: la tecnologia dei veicoli autonomi è rivoluzionaria e ha un potenziale enorme. Ma Austin ci sta ricordando che tra le promesse e la realtà c'è sempre un bel pezzo di strada da percorrere. E a quanto pare, questa strada è piena di incroci, cambi di corsia e veicoli parcheggiati che mettono alla prova anche i computer più sofisticati.
Tre incidenti in un giorno non sono la fine del mondo, ma sono un campanello d'allarme che suona forte e chiaro. La guida autonoma non è ancora pronta per sostituire completamente l'essere umano al volante. E forse, prima di lanciare servizi commerciali su larga scala, sarebbe meglio perfezionare un po' di più gli algoritmi.
Nel frattempo, ad Austin, i pedoni guardano i robotaxi Tesla con un misto di curiosità e prudente distanza. Saggia scelta, direi.
La morale? Il futuro è autonomo, ma per ora è meglio tenere le mani sul volante. E gli occhi ben aperti.
Tesla
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