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Mentre in Europa un’auto elettrica accessibile è ancora un miraggio, in Cina la mobilità a zero emissioni è ormai quotidianità. Nel Paese asiatico, il prezzo medio di un’elettrica è di appena 136.500 yuan — circa 17.600 euro — con un’autonomia media di 528 km secondo il ciclo CLTC. Un risultato impensabile per i listini europei, dove sotto i 20.000 euro si trovano solo modelli urbani come la Dacia Spring, troppo limitati per sostituire un’auto tradizionale.
A rendere possibile questa rivoluzione sono stati produzione di massa, filiera integrata e margini ridotti, una combinazione che ha abbattuto i costi di batterie ed energia, aprendo la strada a un’offerta vastissima e competitiva. I numeri parlano chiaro: in soli cinque anni, l’autonomia media dei veicoli elettrici e ibridi plug-in cinesi è cresciuta di oltre 100 km, grazie alla diffusione di accumulatori più capienti e tecnologie sempre più efficienti.
Perfino i marchi premium tedeschi si stanno adattando al nuovo equilibrio: Audi ha appena lanciato in Cina la E5 Sportback, un’elettrica da 618 km di autonomia e prezzo di partenza equivalente a 28.200 euro. Sotto la carrozzeria si nasconde una batteria da 76 kWh e un motore posteriore da 295 CV, mentre gli allestimenti superiori arrivano a 776 CV complessivi. Dentro, materiali pregiati come Alcantara e pelle si combinano con un cockpit digitale panoramico e un software progettato esclusivamente per il mercato cinese.
La E5 è anche la prima Audi a rinunciare ai celebri quattro anelli: al loro posto, sulla griglia, campeggia la sola scritta “AUDI”. Un gesto simbolico, pensato per rivolgersi a una clientela più giovane e tecnologica. Eppure, il dato che più colpisce resta il prezzo: in Italia, un'Audi A1 Sportback parte da 27.800 euro nell'allestimento base Business 30 TFSI 6-marce.
Nel Vecchio Continente, il prezzo delle auto elettriche cala lentamente, mentre i costruttori faticano a contenere i costi industriali e a rendere profittevoli i modelli a batteria. Secondo uno studio EY, nel 2024 l’industria automobilistica tedesca ha perso oltre 50.000 posti di lavoro, il 7% della forza lavoro totale.
Per Ferdinand Dudenhöffer, analista del CAR Institute, il messaggio è chiaro: "Il futuro dell’auto si decide in Asia. Senza una strategia cinese, Audi, BMW e Mercedes rischiano di perdere la leadership globale". E la ricetta del successo cinese non è solo manodopera a basso costo — che incide per appena il 10% sul prezzo finale — ma una filiera nazionale efficiente, energia a basso prezzo e politiche fiscali che favoriscono l’elettrico.
La sfida è ormai aperta: se il “crollo dei prezzi” cinese dovesse arrivare in Europa, le case occidentali si troverebbero in grave difficoltà. Il rischio è che, mentre a Pechino si vendono elettriche da 500 km sotto i 18.000 euro, in Europa si continui a discutere di incentivi per modelli che costano il doppio.
Audi
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