Stellantis: una fabbrica Vauxhall convertita all’elettrico

Stellantis: una fabbrica Vauxhall convertita all’elettrico
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
C’è vita oltre i motori termici: l’impianto inglese di Ellesmere Port produrrà veicoli a zero emissioni
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
7 luglio 2021

Grandi manovre oltremanica: dopo Nissan, anche Stellantis annuncia di aver deciso un investimento di cento milioni di sterline, sostenuto dal governo di Boris Johnson, per convertire la fabbrica Vauxhall di Ellesmere Port alla produzione di veicoli commerciali leggeri a propulsione elettrica.

Stellantis, che nell’ampio portafoglio di marchi ereditati dopo la fusione tra FCA e PSA si ritrova anche il brand inglese, ha annunciato che Ellesmere Port sarà il suo primo stabilimento in cui, entro la fine del 2022, vedranno la luce i modelli elettrici dei marchi Vauxhall, Opel, Peugeot e Citroën, destinati soprattutto all'esportazione.

Nella fabbrica britannica saranno prodotti veicoli full-electric commerciali per il trasporto persone e merci: di fatto, modelli declinati in varie versioni e marchi, all'inizio uno medio e l’altro di taglia più grande, come il Citroën e-Berlingo e l’Opel Combo-e, alimentati da motori da 100 kW (136 CV), abbinato a batterie agli ioni di litio da 50 kWh.

Per la fabbrica di Ellesmere Port, costruito nel 1962, sarà il regalo più bello per festeggiare i primi sessanta anni di attività: dal 1964, dalle sue linee di montaggi sono usciti oltre cinque milioni di veicoli.

Il progetto della “nuova” Ellesmere Port prevede la realizzazione di un impianto per la carrozzeria dei furgoni, il potenziamento della linea di montaggio per i veicoli e soprattutto la creazione di una zona di assemblaggio dei pacchi batteria: lo stabilimento punta a diventare 100% autosufficiente in relazione al fabbisogno di elettricità, grazie a parchi di generazione d’energia da fonti eolica e solare.

Infine, Stellantis ha anche fatto trapelare la possibilità di un ulteriore investimento nello stabilimento di Ellesmere Port, che potrebbe diventare un hub per la distribuzione di pezzi di ricambio per il Regno Unito.

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