Audi: From design to Sport

Audi: From design to Sport
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  • di Cristina Bacchetti
Design, tecnologia e innovazione nello sport. Questi i temi trattati all’Audi City Lab di Via Montenapoleone a Milano. Ne abbiamo parlato con Mario Abis e Heinz Peter Hollerweger
  • di Cristina Bacchetti
24 aprile 2015

L’Audi City Lab è una temporary location nel cuore del quartiere più lussuoso di Milano, in Via Montenapoleone. Qui, per tutto il periodo del Fuori Salone e oltre, Audi ha organizzato degli interessanti incontri dove design e innovazione sono stati fulcro di dialoghi e confronti  tra i maggiori esponenti di queste discipline, declinate ovviamente al settore automobilistico.

 

Imperdibile e interessantissimo l’incontro che ha visto protagonisti Mario Abis – Presidente e fondatore di Makno società di ricerca e consulenza strategica e leader nel settore media e comunicazione –  e Heinz Peter Hollerweger, Managing Director di quattro GmbH, società controllata di Audi AG. Il tema è quello del design nell’automotive sportivo e la nuova Audi R8, svelata lo scorso marzo al Salone di Ginevra, è ovviamente l’indiscussa protagonista della serata. 

Qual è la relazione tra sport e design?

Abis: «E’ un argomento molto attuale, anche se ha origini lontane, dai tempi del Futurismo. Lo sport è importante nella nostra cultura, così come lo sono l’innovazione e la tecnologia. Dalle gare automobilistiche allo sport individuale, la tecnologia e il design si uniscono estendendosi ai concetti di protezione, comfort, emozione e performance». 

Performance ed emozioni, come convivono nel design?

Abis: «Si parla di design materiale e di design immateriale, il design dei sensi. Si parte quindi dalla tecnologia che porterà ad una performance e ai conseguenti risultati, ma si punta anche al lato visivo e sensoriale. Sono due dimensioni parallele che devono convivere e che, per quanto riguarda l’automobile, si traducono in attenzione a dettagli quali luci, comfort, estetica». 

Quindi è il design che segue la tecnologia, o viceversa?

Abis: «Il design tiene inevitabilmente conto dello sviluppo tecnologico e lo fa proprio, e viceversa. Ma in genere sì, è il design che consegue alla tecnologia. Altri esempi, oltre a quello dell’automotive, ci vengono da Apple o, volendo guardare più indietro, da Brionvega: si tratta di oggetti tecnologici che si distinguono per il design unico e innovativo e diventano oggetti di culto».

Si è parlato di design visivo e design sensoriale, come si traducono nello sport automobilistico?

Hollerweger: «Il design nello sport si divide in due poli, relazionati tra loro. C’è il design che lo spettatore vede da casa e c’è il design pensato per la competizione e per il pilota. Ovviamente il principale obiettivo è quello di essere veloci e per questo ci sono tre elementi fondamentali: aerodinamica, leggerezza e un buon propulsore, tre elementi che uniscono innovazione e design. Poi c’è il lato sensoriale, ovvero il comfort per il pilota, il sound del motore. Tutto è un’opera di design a 360°, anche il lato emotivo della progettazione».

Come si progetta un’auto sportiva, come ad esempio la nuova Audi R8 che abbiamo visto a Ginevra?

Hollerweger: «Il tutto nasce sempre dalla stretta collaborazione tra tecnici e designer, se c’è armonia tra le due parti, allora il progetto funziona. Sono importanti le luci, esattamente come nel design moderno, e sono spesso motivo di scontro tra le due parti. L’auto sportiva deve essere bassa, soprattutto nella parte anteriore, e questo comporta a volte difficoltà a trovare fari che siano esteticamente belli ma anche performanti. 

audi city lab (1)
La nuova R8 all'Audi City Lab di Milano

 

Sulla R8, ad esempio, abbiamo utilizzato dei proiettori laser, che coprono grandi distanze e non perdono nulla in termini di design. Poi, parlando dell’abitacolo, tutto è orientato in funzione di chi guida e tutto è all’insegna della leggerezza visiva. Volante, clima, schermo info: con l’utilizzo del carbonio e di linee ricercate, ogni dettaglio risulta più leggero alla vista. Ultima ma non ultima, la precisione. La precisione deve essere riconoscibile in ogni dettaglio dell’auto, dall’abitacolo alla carrozzeria ogni linea deve essere perfetta, esattamente come sulla nostra R8».

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