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L'Italia è il bel paese, famoso in tutto il mondo per la filosofia della dolce vita, per l'arte, per la cultura e per il saper vivere. Ma diciamocelo francamente: siamo anche un popolo di critici spregiudicati, un po' lamentosi quando serve, e con una capacità innata di scovare il difetto nascosto in qualsiasi cosa. E quando si tratta di auto, questa nostra natura critica diventa un vero e proprio superpotere.
Mentre i tedeschi vanno al Nürburgring, noi abbiamo sviluppato criteri di valutazione decisamente più realistici, più italici. In fondo, che senso ha testare un'auto su un circuito quando poi dovrà affrontare il parcheggio del centro commerciale un sabato pomeriggio? Dopo anni passati a spremere auto di ogni tipo nelle situazioni più assurde che solo l'Italia sa offrire, abbiamo messo a punto una metodologia di test che tiene conto delle vere sfide quotidiane del nostro paese.
Non parliamo solo di cavalli e coppia, ma di praticità urbana, sopravvivenza economica e resistenza psicologica del conducente. Perché un'auto può anche fare 0-100 in 4 secondi, ma se non riesci a parcheggiarla sotto casa tua, a cosa serve? Dal traffico milanese alle ZTL romane, dai tornanti dello Stelvio ai sampietrini del centro storico, ecco come valutiamo davvero le auto nel 2025.
La maggior parte delle valutazioni si basa sulle sensazioni di guida, perché in fondo è così che utilizzerete l'auto tutti i giorni. Però, quando facciamo i format "Pro e Contro", aggiungiamo anche qualche misurazione oggettiva per avere parametri di confronto più precisi.
Prestazioni dinamiche: sentiamo come l'auto accelera dallo 0 ai 100 km/h, ma soprattutto valutiamo la ripresa 80-120 km/h, quella che vi serve davvero per sorpassare in autostrada. Un'auto può sembrare scattante in città ma poi mostrarsi asfittica quando dovete rientrare velocemente nella corsia di destra o richiedere un uso esagerato del cambio.
Frenata: testiamo sempre l'efficacia dei freni, la progressività del pedale, e come si comportano dopo qualche frenata energica. L'importante è che l'auto si fermi quando volete voi, in modo prevedibile e senza sorprese. Su asfalto bagnato la differenza tra un buon impianto frenante e uno mediocre può essere drammatica, e molto dipende anche da quanto avete speso per l'ultimo treno di gomme.
Insonorizzazione scientifica: basta con le valutazioni "a orecchio". Utilizziamo un fonometro professionale per misurare i decibel nell'abitacolo a diverse velocità. La soglia ideale è sotto i 65 dB a 90 km/h, sotto i 75 dB a 130 km/h. Sopra questi valori, la stanchezza del conducente aumenta esponenzialmente nei viaggi lunghi.
Ecco il nostro test segreto preferito: il suono della portiera che si chiude. In due secondi ti dice tutto sulla qualità costruttiva dell'auto. Una portiera ben progettata produce un "thunk" sordo e deciso, senza vibrazioni residue. Il classico "clang" metallico delle auto economiche tradisce immediatamente materiali scadenti e assemblaggio approssimativo.
Una buona portiera deve anche avere tre qualità chiave: essere "raggiungibile" con la mano da seduti quando è aperta, avere un grado sufficiente di apertura per consentire una facile accessibilità e resistere anche contro una leggera pressione dell'aria, segno che le guarnizioni lavorano correttamente e che il peso è ben distribuito. Le cerniere devono essere fluide ma precise, niente giochi eccessivi che dopo qualche anno si trasformano in scricchiolii inquietanti.
Qualità dei materiali interni: passiamo le mani su ogni superficie, premiamo ogni pulsante, testiamo ogni comando. La plastica dura è accettabile nelle parti non a contatto, ma tutto ciò che tocchi abitualmente deve avere una texture piacevole. Le cuciture devono essere regolari, i comandi devono avere un feedback tattile preciso. Niente scricchiolii quando premi forte sul cruscotto.
Accoppiamenti di carrozzeria: osserviamo le linee di congiunzione tra pannelli, la planarità delle superfici, l'allineamento di fari e fanali. Differenze superiori ai 2-3 millimetri tra pannelli adiacenti indicano problemi di qualità o di progettazione che si manifesteranno nel tempo con rumori aerodinamici e infiltrazioni.
La prova pratica più temuta: infilare l'auto nello spazio che teoricamente dovrebbe bastare. Il nostro test standardizzato prevede spazi di 4,2 metri per citycar, 4,8 metri per compatte, 5,2 metri per berline. Ma valutiamo anche la facilità d'uso dei sistemi di assistenza.
I sensori devono essere calibrati perfettamente: troppo conservativi e ti fermano a mezzo metro dall'ostacolo, troppo ottimisti e rischi il botto. La telecamera posteriore deve avere linee guida dinamiche che seguono la sterzata e soprattutto deve funzionare anche sporca o con scarsa luminosità. Ad una risoluzione accettabile.
Manovrabilità pura: misuriamo il diametro di sterzata, valutiamo la precisione del servosterzo a bassa velocità, testiamo la visibilità dai retrovisori. Una buona auto deve permetterti di parcheggiare anche senza elettronica, perché prima o poi i sensori si sporcano o si rompono.
Gli ADAS (Advanced Driver Assistance Systems) sono il futuro, ma spesso il presente è ancora problematico. Testiamo sempre due aspetti fondamentali: efficacia e invasività. Un sistema di assistenza alla guida che ti fa impazzire non è un sistema valido, anche se tecnicamente perfetto.
Lane Keeping Assist: deve riconoscere correttamente le strisce anche quando sono sbiadite, non deve "tirare" il volante in modo brusco, e soprattutto deve disattivarsi facilmente quando serve cambiare corsia. Sistemi troppo invadenti che richiedono manovre eccessive per essere ignorati sono controproducenti.
Cruise Control Adattivo: la fluidità è tutto. Deve accelerare e frenare in modo naturale, senza il fastidioso effetto "yo-yo" che crea disagio ai passeggeri. La distanza di sicurezza deve essere regolabile e il sistema deve gestire bene il traffico a fisarmonica tipico delle nostre autostrade. Testiamo sempre in situazioni reali di traffico intenso.
Frenata automatica d'emergenza: fondamentale per la sicurezza, ma deve essere calibrata per evitare falsi allarmi. Non deve attivarsi davanti a un'auto parcheggiata regolarmente o quando passi sotto un ponte. La soglia di intervento deve essere intelligente, non paranoica.
Qui entriamo nel territorio più soggettivo ma altrettanto importante: quanto è piacevole guidare quest'auto? Non parliamo solo di prestazioni pure, ma di feeling complessivo. Un'auto può essere oggettivamente perfetta ma noiosamente asettica, oppure tecnicamente imperfetta ma incredibilmente coinvolgente.
Lo sterzo è il primo indicatore: deve essere preciso ma non nervoso, diretto ma non brutale. Il peso deve variare correttamente con la velocità: leggero nei parcheggi, consistente in autostrada. Un buon sterzo ti fa sentire cosa succede sotto alle ruote anteriori senza trasmetterti ogni imperfezione dell'asfalto.
La posizione di guida è fondamentale: sedile, volante e pedali devono formare un triangolo ergonomico perfetto. Se volte proprio saperlo e siete in grado di misurarlo, le ginocchia devono poter formare un angolo di 120 gradi. I comandi principali devono essere raggiungibili senza spostare la le spalle dallo schienale.
L'erogazione del motore deve essere lineare e prevedibile. Non servono per forza 300 cavalli, ma quelli che ci sono devono arrivare in modo fluido e costante. I cambi manuali devono avere innesti precisi con un feedback tattile chiaro, quelli automatici devono essere inavvertibili nel loro funzionamento.
Oltre al piacere di guida, c'è la comodità d'uso quotidiano. Testiamo sempre aspetti che sembrano banali ma che dopo qualche mese diventano fondamentali. La praticità non è glamour, ma fa la differenza tra un'auto che ami e una che sopporti.
Accesso ai posti posteriori: anche su auto compatte, deve essere agevole. Non servono per forza 5 porte, ma se sono 3 porte i sedili anteriori devono scorrere facilmente e lasciare spazio sufficiente per salire dietro senza contorsioni. Testiamo sempre con persone reali, non con manichini.
Bagagliaio e spazi di carico: non conta solo la capacità totale in litri, ma la forma dello spazio e l'accessibilità. Un bagagliaio alto e stretto è meno pratico di uno largo e basso a parità di volume. La soglia di carico deve essere bassa e il piano deve essere regolare, senza gradini che rendono difficile caricare oggetti pesanti.
Connettività e interfacce: nel 2025 l'auto deve integrarsi perfettamente con il telefono. Android Auto e Apple CarPlay devono funzionare senza lag e senza disconnessioni improvvise. I comandi vocali devono capire l'italiano correttamente, non pretendere la pronuncia perfetta per ogni comando.
Climatizzazione: deve essere efficace e silenziosa. L'aria condizionata deve raffreddare rapidamente anche quando l'auto è stata parcheggiata al sole per ore, ma soprattutto deve essere semplice e intuitiva da usare. Niente menu nascosti in schermi touch complicati che ti costringono a distogliere lo sguardo dalla strada per cambiare la temperatura. I comandi fisici rimangono i migliori per le funzioni che usi costantemente durante la guida.
Le strade del Lago di Como la domenica pomeriggio sono il nostro banco di prova definitivo per testare l'affidabilità sotto stress. Trenta chilometri di sali-scendi con curve cieche, punti strettissimi dove incrociarsi diventa un'arte, pullman turistici che occupano una corsia e mezza, e code improvvise davanti a ogni belvedere panoramico. Qui emergono tutti i difetti nascosti che in città non si vedono mai.
Temperatura motore e sistemi di raffreddamento: una buona auto deve mantenere temperature stabili anche dopo 30 minuti di guida impegnativa tra i tornanti. I sistemi di protezione termica devono intervenire solo in condizioni estreme, non alla prima salita verso Brunate.
Comportamento dei freni su percorsi misti: testiamo la resistenza al fading dopo frenate ripetute nelle discese verso Como, la modulabilità del pedale quando i dischi sono caldi, e soprattutto l'efficacia del freno motore. Le auto ibride ed elettriche devono gestire intelligentemente la rigenerazione senza sovraccaricare le batterie durante le lunghe discese.
Insonorizzazione in condizioni estreme: quando il motore lavora sotto stress tra seconda e terza marcia per chilometri, l'insonorizzazione viene messa alla prova. Se dopo due ore di lago senti ancora la musica invece che solo il suono del motore che lavora continuamente, l'auto ha superato il test.
Per chi vive in centro storico
Le citycar e le compatte elettriche sono il nostro pane quotidiano. Oltre ai test di parcheggio, valutiamo i vantaggi concreti dell'elettrico in città: accesso libero alle ZTL mentre i semplici benzina e diesel devono pagare il "pedaggio", come l'Area C di Milano, eventuali esenzioni dal bollo regionale, e la possibilità di parcheggiare gratuitamente nelle strisce blu in molti comuni.
Per le elettriche valutiamo anche come funziona il motore elettrico: la modulazione della coppia deve essere dolce e prevedibile, senza strappi improvvisi quando acceleri. Il "one pedal driving" deve essere ben calibrato, quando sollevi il piede dall'acceleratore, la decelerazione per rigenerazione deve essere progressiva, non un freno a mano digitale che ti sbatte in avanti. Alcune auto permettono di regolare l'intensità della rigenerazione, altre hanno un sistema fisso: valutiamo quale funziona meglio nell'uso quotidiano.
Per i pendolari dell'autostrada
Qui i consumi diventano fondamentali: con benzina a 1,70€/litro e pedaggi sempre più salati, ogni chilometro conta. Testiamo sempre su tratte autostradali reali: Milano-Como, Milano-Venezia, Milano-Torino. Non solo il consumo medio, ma anche come varia in base allo stile di guida.
Il cruise control adattivo è obbligatorio per chi fa molti chilometri: deve essere fluido, non deve fare il "balletto" continua accelerazione-frenata, e soprattutto deve gestire bene il traffico a fisarmonica tipico delle nostre autostrade detto sopra.
Comfort delle sedute dopo 3-4 ore: valutiamo supporto lombare, ergonomia, e anche la qualità dell'impianto audio - perché se devi sorbirti 2 ore di traffico, almeno la musica deve suonare bene. Sistemi come Android Auto e Apple CarPlay devono funzionare senza lag e senza disconnessioni improvvise.
Per gli amanti della montagna
Il Passo del Gran San Bernardo rimane il nostro banco di prova alpino. I tornanti che portano al confine con la Svizzera mettono alla prova tutto: motore, freni, trazione, e soprattutto il sistema di raffreddamento. Un motore può anche erogare 300 cavalli, ma se va in protezione termica al quinto tornante, non serve a nulla.Testiamo la tenuta in discesa: come si comportano i freni dopo 15 minuti di curve in discesa? Il sistema di assistenza alla discesa funziona davvero o è solo marketing? Le auto ibride ed elettriche come gestiscono la rigenerazione in discesa? Riescono a ricaricare efficacemente o si limitano a non scaricarsi?
Trazione integrale vs trazione anteriore: nelle salite più impegnative, soprattutto su asfalto umido, la differenza si sente eccome. Ma attenzione al peso e ai consumi: spesso una buona trazione anteriore con pneumatici adeguati batte una 4×4 mal configurata. Nelle auto potenti e con le ruote anteriori motrici, si cerca di proposito la curva stretta per valutare la facilità con cui perde aderenza la ruota interna, segno di una scarsa capacità di mettere già la coppia.
Siamo il paese che ha dato i natali a D'Annunzio, quello che (oltre all'aver definito una volta per tutte che l'auto "è femmina") trasformò l'estetica in una vera e propria filosofia di vita. Non dovrebbe stupire quindi che per noi italiani il design di un'auto sia fondamentale quanto le sue prestazioni. Un'auto può essere tecnicamente perfetta, ma se non ti piace guardarla ogni mattina quando esci di casa, non sarà mai la scelta giusta.
La gamma di colori disponibili è il primo indicatore dello spirito di un'auto. Alcuni costruttori propongono palette audaci e originali che dimostrano personalità e coraggio stilistico. Altri si limitano alla solita sequenza di grigi, neri e bianchi che, pur essendo sicuri per la rivendita, tradiscono una certa mancanza di fantasia. Valutiamo sempre se l'auto offre almeno un paio di colori che escano dall'ordinario, perché la possibilità di personalizzare il proprio mezzo secondo il proprio gusto rimane un aspetto fondamentale della cultura automobilistica italiana. C'è poi l'aspetto della manutenzione quotidiana: i colori chiari tendono a nascondere meglio polvere e sporco rispetto a quelli scuri, una considerazione tutt'altro che banale per chi parcheggia in strada ed è esposto quotidianamente a smog urbano e intemperie. Un'auto bianca o grigio chiaro conserva un aspetto dignitoso molto più a lungo tra un lavaggio e l'altro, mentre il nero mostra ogni granello di polvere. La qualità della vernice conta quanto il colore stesso: le verniciature metallizzate e perlate non solo sono più belle da vedere, ma offrono anche maggiore resistenza ai raggi UV e mantengono la brillantezza nel tempo. È un investimento che si ripaga sia in termini estetici che di durata.
Il design complessivo deve raccontare una storia coerente: ogni linea, ogni proporzione, ogni dettaglio dovrebbe contribuire a un'immagine d'insieme armoniosa e riconoscibile. Non cerchiamo necessariamente l'originalità a tutti i costi, ma piuttosto quella capacità tipicamente italiana di coniugare eleganza e funzionalità in un equilibrio che sembra naturale ma che in realtà richiede grande maestria progettuale.
L'aerodinamica moderna permette inoltre di ottenere forme sempre più pulite ed efficienti, dove la bellezza non è in contrasto con le prestazioni e i consumi ma ne diventa una naturale conseguenza. Le auto più riuscite esteticamente sono spesso quelle che interpretano meglio i vincoli tecnici trasformandoli in opportunità espressive.
Nel 2025, comprare un'auto è un investimento che va pianificato scientificamente. Non basta guardare il prezzo di listino, ma bisogna calcolare il costo totale di possesso nei primi 3-5 anni. Questo include non solo il prezzo d'acquisto, ma tutti i costi nascosti che spesso trasformano un "affare" in un salasso.
Costi di gestione reali: l'assicurazione varia tremendamente in base a zona geografica, età, e classe di merito. Un'auto sportiva a Milano può costare 3 volte di più da assicurare rispetto a una citycar in provincia. I tagliandi programmati sono l'altro capitolo dolente: alcuni costruttori hanno costi di manutenzione ordinaria ragionevolissimi, altri sembrano progettati per arricchire le officine.
Consumi complessivi: testiamo sempre in condizioni reali sul cappio di Automoto, il famoso tracciato di consumi, non nei cicli di omologazione. Il consumo urbano reale è spesso 10-15% superiore a quello dichiarato, quello extraurbano di solito è più vicino ai valori ufficiali. Particolare attenzione alle auto ibride: spesso brillano nei consumi urbani ma perdono efficienza in autostrada.
Deprezzamento previsto: alcune marche mantengono il valore meglio di altre. Un'auto tedesca premium può costare cara all'acquisto ma rivendere bene, mentre alcuni marchi generalisti perdono valore rapidamente ma hanno costi di gestione contenuti.
Testare un'auto in Italia significa testare la sopravvivenza urbana, l'efficienza economica, e la resistenza alle più creative interpretazioni del codice della strada che esistano al mondo. Non cerchiamo l'auto perfetta, quella non esiste, ma quella che si adatta meglio alle nostre esigenze specifiche.
Che sia una citycar elettrica per il centro di Roma, un SUV ibrido per la famiglia milanese, o una sportiva per i weekend sui passi alpini, ogni auto ha il suo habitat naturale. Il segreto è capire quale è il vostro, testarla nelle vostre condizioni reali, e non farsi abbagliare da numeri che sulla carta sembrano impressionanti ma nella realtà quotidiana servono a poco.
Ricordate sempre: l'auto migliore non è quella che va più forte, ma quella che vi fa arrivare a destinazione sorridendo ancora, con il portafoglio non troppo alleggerito e i nervi ancora saldi. In fondo, questa è la vera arte di guidare all'italiana.
E voi, cosa guardate in un'auto appena ci mettete le mani sopra? Aspettiamo i vostri commenti!
Audi
Viale Gerhard Richard Gumpert, 1
Verona
(VR) - Italia
800 283 454
info@audi.it
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