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Quando Ford confermò a febbraio 2024 la "chiusura graduale" della produzione della Focus, con l'ultima unità prevista per il 30 novembre 2025, molti speravano in un ripensamento. Ma la realtà è stata implacabile: prima le varianti flexifuel, poi a giugno la chiusura del portafoglio ordini per la ST, e infine l'inevitabile epilogo di settembre.
La pressione era enorme nel 1998. La Focus doveva sostituire l'iconica Escort, con le sue leggendarie RS 2000, XR3 e RS Cosworth già consacrate nell'Olimpo delle sportive. Ma Ford non si limitò a eguagliare il passato: lo superò.
Nel 2002 arrivò la svolta. La Focus ST170 inaugurò una filosofia nuova: 173 CV da un 2.0 aspirato, 1.208 kg di peso, cambio manuale a sei marce. Non era solo potenza bruta, ma un equilibrio perfetto tra prestazioni e utilizzabilità quotidiana. Nello stesso anno nasceva anche la prima Focus RS da 215 CV per omologare la versione WRC, con il suo inconfondibile blu e il differenziale autobloccante che domava 310 Nm sulle sole ruote anteriori.
Il 2005 portò un colpo di genio: Ford attinse al portafoglio Volvo per equipaggiare la seconda generazione ST con un esotico cinque cilindri turbo da 2,5 litri. 225 CV che ringhiavano con una sonorità inconfondibile, 320 Nm di coppia, 0-100 km/h in 6,8 secondi. La crescita dimensionale (1.392 kg) era un tributo alla modernità, ma le prestazioni migliorarono comunque.
Quando nel 2009 arrivò la seconda RS, il cinque cilindri raggiunse vette di ferocia inaudita: 305 CV, 440 Nm, e poi 350 CV e 460 Nm nella serie limitata RS500 del 2010, prodotta in appena 500 esemplari. L'assale anteriore con perni disaccoppiati era un capolavoro ingegneristico per domare tutta quella potenza su due sole ruote.
La terza generazione (2011-2018) abbandonò il cinque cilindri per tornare al quattro cilindri turbo, ma con 250 CV e 360 Nm da 2,0 litri. Il peso scese a 1.362 kg, mentre il sound symposer amplificava elettronicamente il rombo del motore nell'abitacolo. Nel 2016, la terza RS compì il grande salto: trazione integrale per gestire 350 CV e 440 Nm del 2.3 turbo. La modalità Drift fu la ciliegina sulla torta per una sportiva capace di scattare a 100 km/h in 4,7 secondi.
Ma il 6 aprile 2018 calò il sipario sulla RS. Ford aveva pianificato una quarta generazione, ma nel 2020 il progetto venne cancellato: gli standard ambientali avrebbero richiesto un costoso sistema ibrido incompatibile con i volumi di vendita previsti.
La quarta generazione ST arrivò nel 2019 con 280 CV dal 2,3 turbo benzina e, novità assoluta, un cambio automatico opzionale. Con 1.508 kg e uno 0-100 in 5,7 secondi, era tecnicamente eccellente. Il prezzo di 40.200 euro, la rendeva 9.550 euro più economica della Golf GTI, ma c'era un problema devastante: il costo del bollo era piuttosto alto, quindi alla fine dei conti non si riparmiava neanche così tanto.
Con la Fiesta ST ritirata nel 2023 e la Focus ST ora estinta, resta solo la Puma ST micro-ibrida da 170 CV come unico modello sport technologies nel listino Ford. Un piccolo SUV destinato probabilmente a sparire nel 2026, soppiantato dalla marea di crossover elettrici come Explorer e Capri.
La chiusura dello stabilimento di Saarlouis, il declino delle berline, la corsa all'elettrificazione: sono tutti alibi razionali. Ma la verità è più amara. Il mondo non vuole più compatte sportive accessibili, manuali, viscerali. Vuole SUV familiari e accelerazioni silenziose.
Ventitre anni di ST e RS, di motori che urlavano, di differenziali che graffiavano l'asfalto, di cambi manuali che richiedevano dedizione. Tutto finito. La Focus ST rossa uscita il 26 settembre da Saarlouis non è solo l'ultima di una generazione: è l'ultima testimone di un'epoca in cui guidare era ancora un'emozione, non solo uno spostamento.
E questo, più di qualsiasi normativa, fa davvero male.
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